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MediaDB / «Come vive e lavora Semyon Yushkevich" Semyon Yushkevich: scarica fb2, leggi online
Informazioni sul libro: anno / Yushkevich (Semyon Solomonovich) è uno scrittore di talento. Nato nel 1868, in una ricca famiglia ebrea di Odessa. Laureato alla Facoltà di Medicina di Parigi. Fece il suo debutto nella stampa con il racconto "Il sarto" in "Russian Wealth" nel 1897. Nel 1895 scrisse il racconto "Disintegration", ma nessun editore osò pubblicarlo. Nel frattempo, fu questa storia, finalmente pubblicata nel 1902 su Voskhod, a creare la fama di Yu. Successivamente, ha pubblicato le sue opere di narrativa e drammatiche in "World of God", "Magazine for Everyone", "Education", raccolte di "Knowledge" e altre. Alcune delle opere di Yu furono tradotte in tedesco ed ebraico e la partnership Znanie pubblicò due volumi dei suoi racconti (San Pietroburgo, 1906). Nel racconto “Disintegration” Yu ha mostrato come le basi della vecchia vita ebraica, urbana e borghese, si stanno disintegrando, la vecchia vita sociale si sta disintegrando, perdendo il controllo dell'organizzazione esterna, rimanendo ancora della precedente coesione interna: la vita ebraica, ancora forte nella sua unità, nella sua stabilità morale, si sta disintegrando una famiglia non vincolata da alcun principio spirituale supremo, distorta dalla lotta frenetica per la vita. Le immagini di questa lotta sono l'incubo di Yushkevich. In “Ita Gain”, “Gli ebrei”, “Le nostre sorelle” ha svelato un quadro sorprendente del mondo della feccia urbana, con il suo dolore sconfinato, la fame, i crimini, i magnaccia, le “fabbriche degli angeli”, la prostituzione che era diventata parte di vita quotidiana. Yu ama trovare qui immagini sublimi, pure tra lo sporco che vi si aggrappa, romanticamente elevate. Questa esaltazione e artificiosità sono nemiche del suo realismo. Molte delle sue opere, generalmente ben concepite (i drammi “La fame”, “La città”, i racconti “Le nostre sorelle”, “Il nuovo profeta”) sono in alcuni punti completamente viziate dal manierismo, che, alla ricerca di qualche verità speciale di la vita, si allontana dalla sua verità elementare. Ma anche in queste opere si intravedono squarci di notevole forza e di accattivante tenerezza. Particolarmente caratteristico delle contraddizioni interne del talento di Yushkevich è il linguaggio dei suoi personaggi, a volte tradotto approssimativamente dal "gergo" parlato dalle masse ebraiche, a volte qualcosa di speciale, retoricamente pomposo. Nei drammi di Yushkevich c'è poco movimento, e i personaggi, caratterizzati non tanto da azioni quanto da conversazioni monotone e rumorose, sono molto poco individualizzati. L'eccezione è l'ultimo dramma di Yushkevich "Il re", che ha meriti scenici e ideologici. Scrittore nazionale per eccellenza, Yushkevich è sostanzialmente lontano dall'essere lo scrittore ebreo della vita quotidiana come comunemente viene considerato. È relativamente poco interessato alla vita di tutti i giorni, lui, in sostanza, non è un osservatore delle sciocchezze quotidiane esterne e coglie volentieri solo i contorni generali della vita; Ecco perché la sua immagine è talvolta vaga, approssimativa e di cattivo gusto, ma mai meschina o insignificante. D’altra parte si ha la sensazione che la rappresentazione dell’ebraismo non sia per lui un obiettivo etnografico: l’ebraismo di Yushkevich è solo l’ambiente a lui più familiare, in cui si sviluppano forme generali di vita. A. Gornfeld.