Sul libro: 2003 / Gerusalemme, una delle città più famose al mondo, ci sembra ancora disabitata e sconosciuta. Tutta la sua metafisica è ancora concentrata da qualche parte fuori dalla nostra portata: negli strati archeologici o nelle vette trascendentali della teologia, difficilmente traducibili. Per vedere la città, devi guardarla attraverso le pagine dei tuoi libri preferiti. Un libro del genere, inseparabile da Gerusalemme, è l'epopea lirica "La camera dei vasi rotti" di David Shahar, la cui seconda parte viene presentata oggi al lettore russo. Il fascino unico del romanzo è la tensione tra l'accuratezza e l'affidabilità di tutti i dettagli e la visione ambigua, fantastica e infantile di tutto ciò che accade. Sogni e risvegli si sostituiscono costantemente, lasciando eroi e lettori in quel conglomerato spazio-temporale assolutamente ingannevole che è Gerusalemme. Il filo conduttore è il tema del “capriccio di Gerusalemme”. Gli eroi che ne soffrono, pensando ed esprimendosi con citazioni dirette e nascoste delle Sacre Scritture, sono impegnati a risolvere problemi irrisolvibili e ad attuare piani impossibili. Solo immergendoti in questo elemento potrai avvicinarti alla vera sensazione di Gerusalemme.