Informazioni sul libro: 2008 / Arthur Conan Doyle nel saggio "Qualcosa su Sherlock Holmes", datato 1924, dice: in particolare il seguente racconto: Ho sentito di un caso in America rimasto irrisolto. Un certo signore di impeccabile reputazione stava andando con la sua famiglia a fare una passeggiata domenicale serale e all'improvviso si accorse di aver dimenticato qualcosa. Tornò alla casa, la cui porta era ancora aperta, e i suoi compagni rimasero fuori ad aspettare. Ma lui scomparve dietro quella porta per sempre, e da quel giorno non è più stato trovato un solo indizio che possa avvicinarsi ad una soluzione. Posso dire con sicurezza che questa è una delle storie più misteriose di cui abbia mai sentito parlare. Questa storia, tra l'altro, è brevemente menzionata nel racconto “Il mistero del Tor Bridge”; Watson lo cita come un esempio di uno dei pochi casi che Sherlock Holmes non è riuscito a far fronte. Il signore scomparso si chiama James Phillimore, l'oggetto per il quale è tornato prende la forma di un ombrello. Sono rimasto completamente affascinato dalla storia di un uomo che tornò per un minuto a casa sua per un ombrello e scomparve per sempre. Abbiamo trascorso una bellissima serata a casa, trovando spiegazioni più o meno soddisfacenti per questo incidente, con grande difficoltà abbiamo inventato tra di noi quattro trame convincenti e siamo rimasti sorpresi di renderci conto che non ci divertivamo così tanto da molto tempo In questo modo, è diventato chiaro che se coinvolgiamo il più possibile i partecipanti al gioco, il risultato può essere una raccolta di storie unite da una trama comune: una persona esce di casa, accompagnata da un piccolo gruppo di testimoni, ritorna immediatamente a la casa, spiegandolo con la necessità di prendere qualche oggetto dimenticato, e scompare per sempre. Tutto il resto, dallo scenario alla soluzione del mistero, è stato lasciato alla discrezione degli autori. A mio avviso si è rivelato molto interessante.