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MediaDB / «Post(non)fiction 2012 No. 03" Kirill Kobrin: scarica fb2, leggi online
Sul libro: 2012 / Prosa confessionale lirico-filosofica sul soteriologico - cioè su chi, cosa e come è stato salvato, o ha provato a farlo (come nel caso del rapporto di Kobrin con il jazz) nella tarda epoca sovietica, su "Reg-Time" Doctorow e "The Pursuer of Cortazar" di Aksenov, e sulla graduale vita (eliminazione) da parte della generazione dell'autore di l'immagine dell'Occidente, come immagine di una vita purosangue liberamente dispiegata. Aksenov, dopo "24 ore su 24, senza sosta", ritrovandosi nella stessa America anni dopo, scrisse "Alla ricerca di un bambino triste", e Kobrin scrisse questa prosa: "L'Occidente, che ora guardo dalla finestra del settantaseiesimo, si è trasformato in un surrogato applicato della vita leggermente russa migliore di qui e ora, cioè un surrogato del futuro ex sovietico. Solo per un russo si trova a due o tre ore dal suo “qui”. Anche di questo è privato colui per il quale “qui” è il punto finale del volo. Da qui la mia malinconia." “La malinconia di un uomo post-sovietico”, ho pensato in stile Teptelkin, scendendo la stretta scalinata dell’autobus (la scala di un autobus londinese a due piani - S.K.), “ha la sua fonte in una combinazione di cose piuttosto facili la raggiungibilità (in una serie di casi sociali) di ciò che si vuole e la mancanza di comprensione del perché è necessario e a cosa dovrebbe portare. Il suo passato è un futuro sovietico fantasmaticamente fallito, e lui, un essere atomizzato con una solidarietà sociale e persino antropologica minima, non riesce a inventare il proprio futuro.».